Essere cattivi pagatori, cosa vuol dire e come eliminare questo status
Un periodo difficile capita a chiunque, specialmente in questi anni dove a farla da padrone c’è la crisi. Covid-19 e guerra in Ucraina, unite alla precaria condizione italiana, hanno fatto sì che molte famiglie del nostro Paese sentissero gli effetti di una situazione disagiante. Questo, inevitabilmente, comporta una difficile gestione delle spese, con conseguente difficoltà di portare avanti un mutuo. Prendendo come riferimento i cittadini della Capitale, lì ci sono molte famiglie che difficilmente si affidano a qualsiasi Agenzia immobiliare Roma Eur in quanto impossibilitate a pagare una rata mensile per l’immobile, allo stesso modo molte famiglia non riescono a rispettare quanto firmato con l’istituto di credito. Allora cosa succede se non si paga con regolarità o peggio ancora non lo si fa proprio? Si tratta certamente di un bel grattacapo, anche perché si viene iscritti nel registro dei protestati. Vediamo nello specifico cosa vuol dire e come ci si può eliminare.
Cosa vuol dire essere un cattivo pagatore
Quando sentiamo parlare di registro dei cattivi pagatori, non si intende altro che una banca dati che contiene tutti i soggetti che non adempiano in modo corretto al pagamento delle rate. Prendono il nome di SIC, ovvero Sistemi di Informazioni Creditizie e al loro interno vengono segnate tutte le irregolarità.
C’è da precisare che non basta un semplice ritardo per far partire la segnalazione, ma bisogna accumulare più mancanze per far partire il campanello d’allarme. In genere si aspettano le due rate non pagate, avvisandolo e raccomandandolo di regolarizzare la propria posizione entro i 15 giorni dall’iscrizione. Se entro questo lasso di tempo non avviene, verrà segnalato come cattivo pagatore.
Si tratta certamente di una bella scocciatura, in quanto una volta iscritti, risulterà difficile poter fare qualsiasi cosa, come richiedere un altro finanziamento, anche solo di uno smartphone, così come aprire nuovi conti. È una sorta di marchio che accompagna la persona per un lasso di tempo in cui risulta difficile fare ogni cosa.
Come cancellarsi
Una volta capito cos’è, passiamo a rispondere alla domanda che in molti si fanno: Come ci si cancella? Proviamo a fare chiarezza. Il sistema è automatico, il che vuol dire che il software gestisce tutto. Le tempistiche dipendono dalla gravità della propria posizione, nel senso che: se mancano solamente due rate, dal momento della sanazione della posizione le informazioni restano per 12 mesi all’interno della banca dati. Se queste con il tempo crescono, la cancellazione può avvenire anche dopo 24 mesi, quindi superati i due anni.
Come detto anche più sopra, questo comporta moltissime conseguenze, tra cui la difficoltà di aprire conti o richiedere nuovi finanziamenti, in quanto gli istituti di credito notano una mancata di rispetto passata, seppur dovuto a circostanze che non dipendono da voi.
Se la posizione non viene mai sanata, dopo tre anni tutto decade.
Cosa può fare il debitore
Ma in sostanza, il debitore cosa può fare? Si può accelerare la procedura? La risposta è no. Questo può avvenire solamente se c’è stato un errore di segnalazione e che quindi la posizione del pagatore non risulta come descritto dal registro. In questo caso ci si rivolge all’intermediario che ha fatto partire la segnalazione o direttamente alla banca dati, così da richiedere la cancellazione. Nel caso in cui, invece, la segnalazione sia giusta, allora in quel caso il debitore non potrà fare altro che aspettare i mesi, senza nessuna possibilità di intervenire.
Come capiamo se siamo iscritti? Si può fare direttamente richiesta alla banca o agli istituti finanziari. In alternativa si può vedere tramite centrali rischi private che gestiscono l’intero database.